CHI SIAMO?

Per chi ama il mare ed il senso di libertà che il suo blu ci regala...libertà significa anche, e soprattutto, poter navigare sereni e senza preoccupazioni!









martedì 24 giugno 2014

TORTINO DI CECI

Farfrittata? Frittata senza uovo? Farinata? Tortino di ceci!

A seconda delle preferenze alimentari o delle località geografiche, esistono varie ricette di questo piatto....ma pensando di farla in barca, ve la racconto a modo mio.

Gli ingredienti base sono i seguenti:
Farina di ceci
Acqua (se ne avete di frizzante....) oppure birra
Evo (olio extravergine di oliva)
Sale e pepe
Erbe aromatiche tipo salvia e rosmarino
A piacere: curcuma e fiocchi di lievito secco alimentare (saccharomyces cerevisiae devitalizzato)




La mia versione semplice è di prendere una ciotola contenitore con coperchio a buona tenuta per lasciare riposare il composto qualche ora e se siamo in navigazione lo sistemeremo nel lavello con coperchio ben chiuso!
Prendo la farina di ceci ed a occhio (di solito abbondo....ma potrei dire circa una tazza per due persone) la verso nel contenitore, aggiungo le erbe aromatiche intere (a me non danno fastidio da mangiarle nel tortino cotto, ma se vi disturbano potete toglierle prima della cottura), sale e pepe, curcuma, lievito, evo e lentamente mescolando con una frusta oppure una forchetta aggiungo l'acqua o la birra fino a raggiungere la densità desiderata. Più densa sarà la pastella e più spessa sarà la "frittatina" tipo pancakes , se più liquida allora sarà più simile ad una crépe.

Lascio riposare almeno 1 oretta e poi in una padella con un goccio di evo cucino dei tortini.
A noi piacciono molto con dei cippollotti tagliati sottili e spadellati prima di mettere la pastella oppure con altre verdure tipo zucchine ed in questa versione con verdure li faccio un po' più spessi altrimenti se devo utilizzarli come crépes e farcirli tipo cannelloni per poi magari metterli in forno con un po' di besciamella vegetale li preparo sottili.

La cottura in padella è a fuoco lento e con il coperchio.

Sperimentate e fatemi sapere! Buon appetito e buon divertimento in cucina!

Elena





giovedì 19 giugno 2014

IL FRIGORIFERO DI BORDO

            Con il frigorifero di casa siamo male abituati: è enorme, ingoia tutto, raffredda bene e non ha problemi di energia. In barca tutto ciò è problematico: lo spazio è esiguo e l’energia è scarsa. Indipendentemente dal tipo di frigorifero che abbiamo a bordo dobbiamo adottare dei piccoli accorgimenti per migliorarne il funzionamento. Per difendere l’ambiente freddo dobbiamo isolare le pareti del frigorifero con poliuretano espanso e questo dovrebbe essere spesso sei centimetri. Tutto questo spazio è difficile da trovare ed allora si riveste l’involucro esterno con polistirolo espanso sagomato e attaccato alle pareti con nastro biadesivo.
            Quando mettiamo in azione il frigorifero, questo si trova spesso a temperature intorno ai 25-30 gradi, come l’interno della barca chiusa. Se insieme alle cose da tenere fresche mettiamo un paio di bottiglie d’acqua surgelate portate da casa diamo un grande aiuto alla partenza. Mettere nel box frigorifero del ghiaccio ci farà risparmiare energia e le batterie ci saranno grate.
Tutte le volte che noi apriamo il portello del frigo, il freddo se ne va via. Sappiamo che il freddo si posiziona in basso e quindi l’apertura a pozzo è da preferirsi a quella anteriore. Anche il foro di drenaggio della condensa per il freddo, va chiuso con un tappo di legno, perché rappresenta una via di fuga per il freddo.
            L’umidità all’interno del vano frigorifero aiuta la distribuzione del freddo, per cui a volte è bene vaporizzare un po’ di acqua sugli alimenti e sulle bottiglie. L’acqua cadrà sul fondo e dopo qualche giorno sarà da svuotare, per evitare che si formino spiacevoli odori. Anche quando si lascia la barca inattiva per diverso tempo è bene lasciare il frigo con il portello aperto.


mercoledì 18 giugno 2014

MANUTENZIONE INOX

Come tutti i materiali, anche l’acciaio inox può sporcarsi, ma per mantenere pulita la superficie basta eseguire alcune indicazioni molto semplici. Tutti i pezzi a bordo realizzati in acciaio inossidabile esigono una manutenzione, esattamente come un ponte in teck o un motore. In generale sono sufficienti un lavaggio con acqua e sapone, un abbondante risciacquo con acqua e un’asciugatura con un panno in microfibra. Ma vediamo insieme nel dettaglio che operazioni eseguire per garantire al meglio l’integrità del materiale.
Ottimi risultati si ottengono lavando le superfici inox con un normale detersivo liquido e abbondante risciacquo, ma periodicamente vi consigliamo di utilizzare un detergente specifico per acciaio inox. Regolarmente quindi va utilizzato un prodotto che in primo luogo decontamini l’acciaio inossidabile ovvero tolga le macchie di ossidazione e successivamente protegga lo strato esterno dalle aggressioni.
Si consiglia un detergente specifico per acciaio inox, avendo sempre cura di risciacquare abbondantemente con acqua ed asciugare con un panno morbido sui pezzi levigati e con una spazzola sui cavi delle sartie e draglie. Il panno inumidito deve essere passato sulla superficie nel senso della lavorazione e mai in senso rotatorio.
Nel caso di macchie ostinate, seguire alcune semplici procedure e la superficie tornerà pulita:
·         Incrostazioni di calcare: usare una crema detergente multiuso
·         Macchie di olio e di grasso: usare un liquido per piatti o un sgrassatore.
·        Per le macchie più ostinate si può usare alcool denaturato, aceto caldo, acquaragia minerale o solvente alogenato.
Attenzione!
Per evitare danni alle superfici inox:
  • Non usare mai detergenti aggressivi, peggio se contenenti acido cloridrico (muriatico commerciale), ammoniaca, soda caustica o candeggina;
  • Non usare detersivi contenenti cloro o sui derivati composti;
  • Non usare detergenti in polvere abrasivi che potrebbero rovinare l’aspetto estetico della finitura superficiale;
  • Non usare sostanze per pulire l’argento.



giovedì 12 giugno 2014

GLI OBLò E GLI OSTERIGGI

Le aperture sullo scafo sono essenziali per il passaggio dell’aria e della luce, ma al contempo costituiscono una possibile via d’acqua. Una volta le luci erano chiuse con oblò in acciaio con grandi viti a farfalla che ne garantivano la tenuta stagna. Gli osteriggi avevano lateralmente una cassa di legno con il coperchio dello stesso materiale e con il vetro centrale protetto da una griglia di acciaio.

Oggi molte cose sono cambiate. La tecnologia ha permesso al design di creare oblò e osteriggi sempre più fini e meno ingombranti, in modo da lasciare le coperte libere senza fastidiosi rialzi. Sono stati profondamente modificati anche i sistemi di chiusura e i dispositivi per le aperture. Anche le loro forme si sono evolute. Inizialmente il vetro era sostenuto all’interno di due cornici in acciaio, mentre oggi un semplice ovale in plexiglass si chiude a pressione contro una cornice di plastica. Questa evoluzione ha abbassato notevolmente i costi di produzione e i prezzi alla vendita facendo scomparire gli oblò dalle liste optional a favore delle dotazioni in serie.
Il problema degli oblò è costituito dalle infiltrazioni. Può capitare, soprattutto a bordo di imbarcazioni un po’ datate, di notare, in prossimità di oblò, la cornice di legno annerita, o la tappezzeria che lo circonda ingiallita. Sono i segnali inequivocabili di una via d’acqua.
L’infiltrazione da un oblò può dipendere da tre fattori diversi:
1)      Lo scafo troppo elastico che crea un distaccamento tra questo e la cornice dell’oblò. Ci sono alcuni scafi, anche se in misura minore sulle barche a vela, che subiscono torsioni. Scendendo da un’onda, per esempio, questi scafi si deformano in maniera quasi impercettibile, per tornare a posto una volta cessata la forza che ne ha provocato la torsione. Tuttavia, in questo movimento, è possibile che si verifichi uno scollamento della cornice dell’oblò e che si crei una via d’acqua invisibile a occhio nudo. Una delle tecniche prevede l’infiltrazione del classico Sikaflex bianco intorno alla cornice interna dell’oblò in quanto rappresenta un prodotto molto elastico e riesce a sopportare i movimenti dello scafo.

2)      Una guarnizione difettosa e non mantenuta. Si determina prevalentemente sulle barche datate, le cui guarnizioni sono sottoposte a usura. Questo elemento era in passato costituito da due fettucce di gomma incollate sulla cornice e sulla parte corrispondente dell’oblò. Oggi le guarnizioni hanno un disegno a dentini, in modo che le due parti si “incastrino” l’una nell’altra determinando una tenuta quasi assoluta. Tuttavia, anche le guarnizioni moderne hanno bisogno di manutenzione anche se molto semplice: a fine stagione, sarà sufficiente stendere un sottile velo di vasellina o uno spray lubrificante sulla gomma che assorbirà il grasso di cui si nutrirà.

3)      Uno scollamento tra la lastra di plexiglass e la cornice che la sostiene. Questo caso è tipico dei passauomo e degli osteriggi. La via d’acqua si crea perché la parte di plexiglass trasparente si scolla dalla sua cornice. Tale scollamento può essere determinato dalla bassa qualità del materiale di cui è fatta la cornice o dallo spessore del plexiglass troppo sottile che determina il piegamento della superficie costruita con questo materiale. Solitamente le due situazioni coesistono e un tentativo per porre rimedio all’inconveniente si può fare sostituendo il plexiglass con uno più spesso. Questo irrigidirà anche la cornice, ma i millimetri in più saranno visibili oltre il bordo della cornice. Un po’ di lavoro con la carta vetrata servirà a smussare lo spigolo. 

venerdì 6 giugno 2014

MOTORE IN PANNE?

Se il motorino di avviamento dell’entrobordo non funziona, esiste un trucchetto che potrebbe togliervi dai guai…
Se siete sicuri che le vostre batterie siano cariche ma il motorino di avviamento dell’entrobordo non gira controllate che la fonte del problema non sia un collegamento corroso: quando si avvia il motore, la richiesta di corrente è più alta e qualora i morsetti delle batterie o del motorino fossero danneggiati il flusso di corrente risulterà interrotto o comunque insufficiente.
La prima operazione de compiere, in questi casi, consiste nello scollegare tutti i terminali e pulirli con una spazzolina e un po’ di cartavetro: se anche dopo aver fatto ciò la situazione non cambia, esiste un trucchetto che potrebbe far partire il motore (dipende dalla facilità di accesso al motorino di avviamento).
Procuratevi un cacciavite di grandi dimensioni con il manico in plastica e indossate inoltre guanti e occhiali protettivi. Con la parte metallica del cacciavite create un ponte che colleghi direttamente i due poli (positivo e negativo) del motorino di avviamento: il problema potrebbe essere infatti ricercato nel cattivo funzionamento del relé o del circuito che, una volta avviato il motore dal pannello di controllo, dovrebbe far girare il motorino.

Creando un ponte diretto il circuito andrà in corto generando una scintilla: se il cacciavite è troppo piccolo potrebbe surriscaldarsi o persino fondersi, quindi fate attenzione. Il corto circuito farà avviare il motorino e l’entrobordo potrà ripartire. Potrete eseguire l’operazione in maggior sicurezza se, invece del cacciavite, vi sarete dotati di un cavetto metallico ricoperto di materiale isolante le cui estremità andranno adagiate sul polo negativo del motorino di avviamento e su quello positivo del terminale collegato alla batteria.


Questa è una soluzione temporanea, quindi se doveste ricorrervi anche una sola volta, è meglio far revisionare l’entrobordo in un’officina specializzata!










martedì 3 giugno 2014

INSTALLAZIONE SILENTWIND

Il Silentwind rappresenta un prodotto di nuova generazione di generatori eolici, rispetto ai tradizionali generatori presenta numerosi vantaggi:
·         Sicurezza
·         Efficienza
·         Bassa emissioni di rumore
È il prodotto ideale per le lunghe distanze di crociera in quanto fornisce energia rinnovabile pulita sfruttando il vento.
E' molto efficiente utilizzare le fonti rinnovabili elettriche del vento e del sole combinati per caricare le batterie in modo che si possa fare uso di luce e di vento per 24 ore. Il nostro regolatore di carica ibrido è adatto per entrambe le fonti, energia eolica ed energia solare (max 180Wp).
Il SILENTWIND è ultraleggero e aerodinamico, perciò è possibile impiegare vari generatori eolici nel caso la necessità di energia sia elevata. La rumorosità è molto bassa: è possibile utilizzare il generatore nei quartieri e nelle imbarcazioni a vela senza disturbare i tuoi vicini.

Il nostro regolatore di carica HYBRID 600 è adatto per l'utilizzo a 12 e 24 volt e può essere collegato al Silentwind ed al pannello solare.

Un altro vantaggio è che non ha circuiteria elettronica incorporata il che significa che non vi è alcun lavoro di manutenzione sul generatore montato.
Prima di vedere il procedimento di installazione, vi sono alcuni rischi da tener conto:
·         RISCHI MECCANICI: con la velocità del vento non è possibile vedere la fine delle lame quindi non ci si accorge del pericolo causato dalla rotazione stessa. Assicurarsi di installare il generatore eolico in una posizione dove nessuno possa toccare le lame, mai toccare il rotore in movimento e tanto meno cercare di fermarlo manualmente.

·         RISCHI ELETTRICI: un generatore eolico a vuoto può generare una tensione alternata di 40V AC/ 15A per fase. Se non si presta attenzione alla sicurezza l’alta tensione può provocare gravi lesioni ed incendi. Anche i fili di diametro insufficiente o un cortocircuito possono provocare incendi ed esplosioni. Garantire sempre una sufficiente ventilazione e mai installare le batterie dove scintille possono causare questo rischio.

·         RISCHI DI INSTALLAZIONE: il lavoro di montaggio dell’unità deve essere effettuata in un giorno calmo. Assicurarsi che nessuno sia vicino alla struttura. Scollegare la batteria dal regolatore di carica quando si lavora sul sistema. La rotazione delle pale deve essere evitata fissando una pala all'albero, altrimenti il regolatore di carica si rovinerà.
ELENCO PARTI INCLUSE:


Tutti i generatori eolici usano l'energia cinetica del vento. Questa energia viene trasformata in un movimento rotatorio delle pale e quindi trasformata in un’alimentazione trifase AC. La potenza erogata aumenta esponenzialmente con la velocità del vento. Ciò significa che un vento doppio genera potenza otto volte maggiore.
Le nostre pale sono prodotte in fibra di carbonio ad alta-trazione e sono laminate a mano con resina epossidica. Questo materiale fornisce la massima consistenza al minor peso. Per ragioni di sicurezza nell’uso quotidiano abbiamo dotato il regolatore di carica di un interruttore di arresto elettronico e manuale.
PREPARAZIONE:
Prima di montare il SILENTWIND trovare una posizione adatta per il generatore eolico. La posizione ideale si ottiene se il vento scorre contro le pale senza ostruzioni. Ciò significa che il generatore è montato più in alto possibile. L'altezza di montaggio deve essere scelta in modo tale che nessun membro dell'equipaggio sia messo in pericolo dal rotore. Il fissaggio meccanico della struttura deve resistere alle sollecitazioni meccaniche che si verificano soprattutto con mare mosso. E’ consigliabile aggiungere sartiame di ritenuta agganciato al pulpito o al ponte della barca.
Tenere conto che il SILENTWIND non può mai essere pienamente efficace se non è montato nella direzione del vento prevalente o ostruito da ostacoli, pertanto è importante trovare una posizione che non sia ostruita da ostacoli!
Dopo aver trovato la posizione adatta bisogna scegliere una struttura appropriata con idonee attrezzature. Il diametro esterno del supporto deve essere di 48mm e dovrebbe essere in acciaio inossidabile o alluminio.
INSTALLAZIONE:
Una volta che il supporto è montato è possibile effettuare l'installazione del Silentwind. Collegare prima le 3 pale CF al mozzo con le viti in dotazione. I dischi in nylon in dotazione proteggono contro la corrosione elettrolitica. La coppia di serraggio è 7-8Nm equivalente ad un peso di 7-8 kg esercitato sull’estremo di una leva lunga 10 centimetri.
Se la coppia di serraggio è troppo elevata si rischia di danneggiare le pale. Se la coppia di serraggio non è abbastanza alta si rischia di perdere le pale. Una coppia di serraggio sbagliata è un notevole rischio per la sicurezza.
Prima che di fare il serraggio finale delle viti delle pale, spostare ciascuna pala rotante nella direzione di marcia verso il bordo della guida della pala situata sul mozzo. Il senso rotazione è quello orario guardando dalla parte anteriore. Poi fissare le pale come descritto sopra. Controllare periodicamente il fissaggio delle pale.
Dopo aver collegato le pale il set va fissato all’albero del generatore con il dado e la vite inclusa mediante la chiave esagonale fornita. Dopo di che far scattare il cono in posizione sul mozzo. Poi collegare i tre cavi in uscita AC che devono essere portati dal Silentwind al regolatore di carica.
Durante questa procedura gli estremi dei 3 fili del cavo AC devono essere collegati insieme. Infine si monta il SILENTWIND sul supporto. Fissare le 4 viti esagonali al morsetto di imbardata, dopo aver messo il cuscinetto di gomma.

Quando si stringono le viti aver cura di stringere uniformemente, a rotazione e circolarmente le 4 viti. La fase di serraggio dovrebbe essere fatta molto lentamente per evitare di danneggiare le viti. 

OPERAZIONI PRELIMINARI:
            Prima di attivare il nostro Silentwind controlliamo il corretto montaggio e l’installazione secondo la seguente check list:
·         Verificare i collegamenti a vite, i rinforzi e la verticalità
·         Verificare lo stato delle batterie e la corretta polarità
·         Verificare che il regolatore di carica sia saldamente fissato nella posizione di montaggio
·         Collegare sempre prima la batteria al regolatore di carica
·         Verificare che tutti i terminali a vite siano ben stretti
·         Verificare che l’interruttore di arresto sia in posizione ON
·         Controllare che il fusibile da 50° sia connesso il più vicino possibile alla batteria
·         Controllare che tutti i cavi siano collegati come previsto, la loro polarità di collegamento e che il cavo trifase del generatore sia collegato al regolatore di carica
·         Verificare che il cuscinetto di gomma sia montato correttamente
·         Controllare il corretto montaggio delle pale
·         Controllare che il mozzo sia fissato all’asse del generatore e che la vita centrale sia serrata a 30 Nm
…ORA POSSIAMO PROCEDERE CON L’AVVIO:
Spostare l’interruttore di fermata nella posizione "RUN". Se i cavi sono collegati correttamente alla batteria (senza aver confuso la polarità), il SILENTWIND dovrebbe iniziare la ricarica se velocità di vento è sufficiente. È possibile controllare questo sul display LCD del regolatore di carica.

INDICATORE DI CARICA:

Un LED blu nella parte inferiore del corpo del generatore indica se quest’ultimo produce energia elettrica. L’entità della ricarica è mostrata sul display del regolatore di carica.

CHECK UP:

Il generatore eolico SILENTWIND è stato costruito per essere usato a lungo senza alcuna manutenzione. Tuttavia, delle verifiche semplici e regolari (circa ogni 12 mesi) garantiranno la sicurezza necessaria ed una lunga durata.