CHI SIAMO?

Per chi ama il mare ed il senso di libertà che il suo blu ci regala...libertà significa anche, e soprattutto, poter navigare sereni e senza preoccupazioni!









martedì 16 settembre 2014

Salone di Genova

SALONE DI GENOVA
Date: Da mercoledì 1 a lunedì 6 ottobre 2013
Luogo: Fiera di Genova, Piazzale J.F. Kennedy 1, Genova
Orari di apertura al pubblico: Tutti i giorni dalle 10h00 alle 18h30
BARCHE ESPOSTE:
IMBARCAZIONI A VELA:
·         Oceanis 35
·         Oceanis 38
·         Oceanis 45
·         Oceanis 60
IMBARCAZIONI A MOTORE:
·         GT 38
·         GT44
·         MC4
·         MC5S
·         Flyer 6 Sundeck
·         Flyer 5 e 7 Spacedeck
·         Antares 780
N° stands BENETEAU
UFFICIO : BANCHINA A31

martedì 29 luglio 2014

Invito ai Saloni di Cannes e di Genova



Cari amici,
abbiamo il piacere di informarVi che anche quest’anno saremo presenti a due importanti Saloni nautici in Europa:
·         Il Cannes Yachting Festival che avrà luogo dal 9 al 14 settembre 2014 presso il Cannes Vieux Port & Port Pierre Canto, tutti i giorni dalle ore 10:00 alle 19:00, venerdì dalle ore 10:00 alle 22:00 e domenica dalle ore 10:00 alle 18:00.

·         Il 54° Salone Nautico Internazionale di Genova che avrà luogo dal 1 al 6 ottobre 2014 presso la Fiera di Genova, piazzale J.F. Kennedy, 1, tutti i giorni dalle ore 10:00 alle 18:30.
Entrambi i Saloni rappresentano un esperienza viva, interattiva e completa per i visitatori, ma soprattutto la possibilità esclusiva di ammirare gli ultimi modelli di barche a vela e a motore Beneteau, progettare nuovi sogni e consultarsi con il nostro staff.
Vi invitiamo pertanto a partecipare per contribuire con la Vostra gradita presenza e qualificarne l’importante evento. Abbiamo riservato per Voi un biglietto d’ingresso gratuito, pertanto Vi preghiamo di confermare la Vostra presenza via mail al seguente indirizzo:
Nella speranza di un riscontro positivo al nostro invito si coglie l’occasione per porgere cordiali saluti e rinnovare la nostra completa disponibilità per ogni ulteriore informazione.

martedì 15 luglio 2014

STRUCOLO

"Strucolo in farsora" (ricetta della nonna Uccia)

INGREDIENTI:
2 uova
6 mele
4 C farina
Rum
4 C latte
Sale
5 C zucchero di canna
Uva passa
Pinoli
Cannella
1 limone : scorza grattugiata e succo
1 noce di burro
Burro per ungere la padella
Zucchero a velo per decorare






NB: In mancanza di pinoli usare noci o mandorle. In alternativa al burro ottimo olio di semi di girasole

Affettare sottile le mele e  nella stessa terrina aggiungere succo di limone, la scorza grattugiata, i pinoli, l'uvetta lavata e lasciata un po' in ammollo nel rum.
A parte amalgamare latte, uova, farina, sale, cannella e zucchero ed unire alle mele.
Unire una noce di burro fusa in padella e mescolare il tutto.
Cuocere in padella unta con burro a fuoco molto basso lentamente e coperto da ambo i lati.
Per girarla può essere utile utilizzare il coperchio facendola scivolare sopra e poi capovolgendola nella padella.
Si può scegliere di dividere l'impasto per tre o quattro "frittate" oppure farne una grande .....a piacere!
Quando si impiatta cospargere di zucchero a velo!

Oggi la nostra barca triste in marina sotto una pioggia estiva che sembrava autunnale è stata confortata dal dolce profumino di questo dolce....
;)

martedì 24 giugno 2014

TORTINO DI CECI

Farfrittata? Frittata senza uovo? Farinata? Tortino di ceci!

A seconda delle preferenze alimentari o delle località geografiche, esistono varie ricette di questo piatto....ma pensando di farla in barca, ve la racconto a modo mio.

Gli ingredienti base sono i seguenti:
Farina di ceci
Acqua (se ne avete di frizzante....) oppure birra
Evo (olio extravergine di oliva)
Sale e pepe
Erbe aromatiche tipo salvia e rosmarino
A piacere: curcuma e fiocchi di lievito secco alimentare (saccharomyces cerevisiae devitalizzato)




La mia versione semplice è di prendere una ciotola contenitore con coperchio a buona tenuta per lasciare riposare il composto qualche ora e se siamo in navigazione lo sistemeremo nel lavello con coperchio ben chiuso!
Prendo la farina di ceci ed a occhio (di solito abbondo....ma potrei dire circa una tazza per due persone) la verso nel contenitore, aggiungo le erbe aromatiche intere (a me non danno fastidio da mangiarle nel tortino cotto, ma se vi disturbano potete toglierle prima della cottura), sale e pepe, curcuma, lievito, evo e lentamente mescolando con una frusta oppure una forchetta aggiungo l'acqua o la birra fino a raggiungere la densità desiderata. Più densa sarà la pastella e più spessa sarà la "frittatina" tipo pancakes , se più liquida allora sarà più simile ad una crépe.

Lascio riposare almeno 1 oretta e poi in una padella con un goccio di evo cucino dei tortini.
A noi piacciono molto con dei cippollotti tagliati sottili e spadellati prima di mettere la pastella oppure con altre verdure tipo zucchine ed in questa versione con verdure li faccio un po' più spessi altrimenti se devo utilizzarli come crépes e farcirli tipo cannelloni per poi magari metterli in forno con un po' di besciamella vegetale li preparo sottili.

La cottura in padella è a fuoco lento e con il coperchio.

Sperimentate e fatemi sapere! Buon appetito e buon divertimento in cucina!

Elena





giovedì 19 giugno 2014

IL FRIGORIFERO DI BORDO

            Con il frigorifero di casa siamo male abituati: è enorme, ingoia tutto, raffredda bene e non ha problemi di energia. In barca tutto ciò è problematico: lo spazio è esiguo e l’energia è scarsa. Indipendentemente dal tipo di frigorifero che abbiamo a bordo dobbiamo adottare dei piccoli accorgimenti per migliorarne il funzionamento. Per difendere l’ambiente freddo dobbiamo isolare le pareti del frigorifero con poliuretano espanso e questo dovrebbe essere spesso sei centimetri. Tutto questo spazio è difficile da trovare ed allora si riveste l’involucro esterno con polistirolo espanso sagomato e attaccato alle pareti con nastro biadesivo.
            Quando mettiamo in azione il frigorifero, questo si trova spesso a temperature intorno ai 25-30 gradi, come l’interno della barca chiusa. Se insieme alle cose da tenere fresche mettiamo un paio di bottiglie d’acqua surgelate portate da casa diamo un grande aiuto alla partenza. Mettere nel box frigorifero del ghiaccio ci farà risparmiare energia e le batterie ci saranno grate.
Tutte le volte che noi apriamo il portello del frigo, il freddo se ne va via. Sappiamo che il freddo si posiziona in basso e quindi l’apertura a pozzo è da preferirsi a quella anteriore. Anche il foro di drenaggio della condensa per il freddo, va chiuso con un tappo di legno, perché rappresenta una via di fuga per il freddo.
            L’umidità all’interno del vano frigorifero aiuta la distribuzione del freddo, per cui a volte è bene vaporizzare un po’ di acqua sugli alimenti e sulle bottiglie. L’acqua cadrà sul fondo e dopo qualche giorno sarà da svuotare, per evitare che si formino spiacevoli odori. Anche quando si lascia la barca inattiva per diverso tempo è bene lasciare il frigo con il portello aperto.


mercoledì 18 giugno 2014

MANUTENZIONE INOX

Come tutti i materiali, anche l’acciaio inox può sporcarsi, ma per mantenere pulita la superficie basta eseguire alcune indicazioni molto semplici. Tutti i pezzi a bordo realizzati in acciaio inossidabile esigono una manutenzione, esattamente come un ponte in teck o un motore. In generale sono sufficienti un lavaggio con acqua e sapone, un abbondante risciacquo con acqua e un’asciugatura con un panno in microfibra. Ma vediamo insieme nel dettaglio che operazioni eseguire per garantire al meglio l’integrità del materiale.
Ottimi risultati si ottengono lavando le superfici inox con un normale detersivo liquido e abbondante risciacquo, ma periodicamente vi consigliamo di utilizzare un detergente specifico per acciaio inox. Regolarmente quindi va utilizzato un prodotto che in primo luogo decontamini l’acciaio inossidabile ovvero tolga le macchie di ossidazione e successivamente protegga lo strato esterno dalle aggressioni.
Si consiglia un detergente specifico per acciaio inox, avendo sempre cura di risciacquare abbondantemente con acqua ed asciugare con un panno morbido sui pezzi levigati e con una spazzola sui cavi delle sartie e draglie. Il panno inumidito deve essere passato sulla superficie nel senso della lavorazione e mai in senso rotatorio.
Nel caso di macchie ostinate, seguire alcune semplici procedure e la superficie tornerà pulita:
·         Incrostazioni di calcare: usare una crema detergente multiuso
·         Macchie di olio e di grasso: usare un liquido per piatti o un sgrassatore.
·        Per le macchie più ostinate si può usare alcool denaturato, aceto caldo, acquaragia minerale o solvente alogenato.
Attenzione!
Per evitare danni alle superfici inox:
  • Non usare mai detergenti aggressivi, peggio se contenenti acido cloridrico (muriatico commerciale), ammoniaca, soda caustica o candeggina;
  • Non usare detersivi contenenti cloro o sui derivati composti;
  • Non usare detergenti in polvere abrasivi che potrebbero rovinare l’aspetto estetico della finitura superficiale;
  • Non usare sostanze per pulire l’argento.



giovedì 12 giugno 2014

GLI OBLò E GLI OSTERIGGI

Le aperture sullo scafo sono essenziali per il passaggio dell’aria e della luce, ma al contempo costituiscono una possibile via d’acqua. Una volta le luci erano chiuse con oblò in acciaio con grandi viti a farfalla che ne garantivano la tenuta stagna. Gli osteriggi avevano lateralmente una cassa di legno con il coperchio dello stesso materiale e con il vetro centrale protetto da una griglia di acciaio.

Oggi molte cose sono cambiate. La tecnologia ha permesso al design di creare oblò e osteriggi sempre più fini e meno ingombranti, in modo da lasciare le coperte libere senza fastidiosi rialzi. Sono stati profondamente modificati anche i sistemi di chiusura e i dispositivi per le aperture. Anche le loro forme si sono evolute. Inizialmente il vetro era sostenuto all’interno di due cornici in acciaio, mentre oggi un semplice ovale in plexiglass si chiude a pressione contro una cornice di plastica. Questa evoluzione ha abbassato notevolmente i costi di produzione e i prezzi alla vendita facendo scomparire gli oblò dalle liste optional a favore delle dotazioni in serie.
Il problema degli oblò è costituito dalle infiltrazioni. Può capitare, soprattutto a bordo di imbarcazioni un po’ datate, di notare, in prossimità di oblò, la cornice di legno annerita, o la tappezzeria che lo circonda ingiallita. Sono i segnali inequivocabili di una via d’acqua.
L’infiltrazione da un oblò può dipendere da tre fattori diversi:
1)      Lo scafo troppo elastico che crea un distaccamento tra questo e la cornice dell’oblò. Ci sono alcuni scafi, anche se in misura minore sulle barche a vela, che subiscono torsioni. Scendendo da un’onda, per esempio, questi scafi si deformano in maniera quasi impercettibile, per tornare a posto una volta cessata la forza che ne ha provocato la torsione. Tuttavia, in questo movimento, è possibile che si verifichi uno scollamento della cornice dell’oblò e che si crei una via d’acqua invisibile a occhio nudo. Una delle tecniche prevede l’infiltrazione del classico Sikaflex bianco intorno alla cornice interna dell’oblò in quanto rappresenta un prodotto molto elastico e riesce a sopportare i movimenti dello scafo.

2)      Una guarnizione difettosa e non mantenuta. Si determina prevalentemente sulle barche datate, le cui guarnizioni sono sottoposte a usura. Questo elemento era in passato costituito da due fettucce di gomma incollate sulla cornice e sulla parte corrispondente dell’oblò. Oggi le guarnizioni hanno un disegno a dentini, in modo che le due parti si “incastrino” l’una nell’altra determinando una tenuta quasi assoluta. Tuttavia, anche le guarnizioni moderne hanno bisogno di manutenzione anche se molto semplice: a fine stagione, sarà sufficiente stendere un sottile velo di vasellina o uno spray lubrificante sulla gomma che assorbirà il grasso di cui si nutrirà.

3)      Uno scollamento tra la lastra di plexiglass e la cornice che la sostiene. Questo caso è tipico dei passauomo e degli osteriggi. La via d’acqua si crea perché la parte di plexiglass trasparente si scolla dalla sua cornice. Tale scollamento può essere determinato dalla bassa qualità del materiale di cui è fatta la cornice o dallo spessore del plexiglass troppo sottile che determina il piegamento della superficie costruita con questo materiale. Solitamente le due situazioni coesistono e un tentativo per porre rimedio all’inconveniente si può fare sostituendo il plexiglass con uno più spesso. Questo irrigidirà anche la cornice, ma i millimetri in più saranno visibili oltre il bordo della cornice. Un po’ di lavoro con la carta vetrata servirà a smussare lo spigolo.